Dopo l’annullamento de “La Tribù” arrivano le querele

Per alcuni di voi, magari quelli che amano poco i reality show di Paola Perego si tirerà un sospiro di sollievo al grido di “Uno show trash in meno sulla tv”.

É stato ulteriormente confermato l’annullamento del reality show La tribù – Missione in India. Quindi Paola Perego rimane (almeno per quest’anno) senza un programma da realizzare (e qui qualcuno canta l’inno alla gioia) e tutti i protagonisti vedono sfumare la loro presenza televisiva. Però inizia una vera e propria guerra fra Mediaset e la Triangle Production, che doveva produrre il programma.

Si legge nel comunicato stampa:
«É stato superato ogni limite ragionevole di ritardo da parte del produttore indipendente Triangle Production. Scadeva ieri infatti il termine ultimo entro il quale la produzione avrebbe dovuto mettere Mediaset in condizione di mandare in onda la trasmissione. Ma questo non è avvenuto, rendendo così oggettivamente impossibile, dopo diverse settimane di ritardo, l’inserimento di un programma di prima serata all’interno di un palinsesto già pianificato. Mediaset è solidale con Paola Perego e la ringrazia per la professionalità con cui ha partecipato alla preparazione del programma. Ed esprime gratitudine sia a coloro che avevano accettato con entusiasmo di partecipare alla Tribù in veste di protagonisti, dall’inviato ai concorrenti, sia al proprio personale, inutilmente già sul posto da un mese, che ora sarà fatto rientrare in Italia. Alla luce del grave danno subito Mediaset si riserva ogni iniziativa giudiziaria a tutela dei propri diritti».

E quando si nomina la parola “giudiziaria” non si può non pensare alle querele e alle denunce. Cominciamo con Vittorio Marcelli

«Ho già dato il contratto in mano al mio avvocato. Non è solo una questione di cachet, ma anche di danno di immagine. Sono sotto contratto con Mediaset fino a dicembre compreso, dopo, sperando che tutto vada come deve andare, c’è in programma questo film comico italiano»

Emanuele Filiberto invece dichiara: «Ho rinunciato ad andare a Miss Italia, da Salemme e a fare uno spot, perché a questo programma ci credevo veramente».

Ma forse quello che sembra il più risentito è Matteo Cambi: «Poteva essere l’occasione del riscatto, un modo per farmi finalmente conoscere dagli italiani, in una luce diversa, non solo legata agli scandali e ai problemi di droga». Ci dispiace, redenzione mediatica rimandata. Come ha scritto qualcuno: la Tribù è stata sterminata!

Fonte: Google
Foto: Google

Lo zio Nico

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