Il sesso anale non è facile

Non sono un sessuologo ma è necessario lanciare un messaggio importante. Spesso chi frequenta e conosce il mondo pornografico omosessuale in rete di cui molto stiamo parlando in queste settimane, si ritrova davanti con delle più o meno reali penetrazioni tra partner dei quali a volte uno dei due è un etero pagato per fare sesso gay. Più o meno ammissibile, più o meno eccitante l’idea, ma tant’è.

Il problema (oltre a quello descritto da Huggotron qualche tempo fa) è che spesso in questi film sembra tutto estremamente facile, anche quando l’etero si rende disponibile ad un tentativo di passività. Alle volte rimango esterrefatto. Voglio così lanciare un messaggio che so che molti di voi condivideranno: il sesso anale non è cosa semplice.

In rete, mi riferisco in particolar modo su Wikipedia, si sottolinea un po’ troppo in maniera leggera quanto il sesso anale sia in alcuni casi (per ragioni anatomiche) più piacevole e stimolante del sesso vaginale per il maggior numero di terminazioni nervose rispetto all’organo sessuale femminile.

Sì, va bene Wikipedia, va bene il lubrificante a base d’acqua, va benissimo l’uso delle dita prima della penetrazione, ma l’esperienza insegna a tutti, e dobbiamo allargare la voce perchè qualcuno non lo sa, che la penetrazione dev’essere una manovra molto delicata e che spesso richiede tempi di “preparazione” anche piuttosto lunghi, tempi da rispettare e che non siamo abituati a vedere (nei film porno) o ad immaginare (nella nostra fantasia).

Lacerazioni, perdite di sangue, dolori persistenti dopo il rapporto sono solo alcuni dei piccoli ma fastidiosi problemi dovuti all’imperitura indelicatezza di alcuni partner, anche tra gli uomini non più tanto giovani. Impariamo a non fare gli uomini ogni tanto, impariamo il sentimento della delicatezza e soprattutto impariamo ad aspettare.

(da queerblog.it)


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