Parte a Napoli il progetto europeo “Hermes” contro l’omofobia

A meno di un anno dal Pride Nazionale di Napoli che ha visto decine di migliaia di persone manifestare contro l‟omofobia nel capoluogo partenopeo, parte il progetto “Hermes: linking network to fight appealual and gender stigma”.

Una esperienza importante per la città e per il Mezzogiorno per sensibilizzare la cittadinanza ai problemi della violenza omofobica e transfobica. Nei prossimi due anni, a Napoli, Madrid e Dublino, medici, forze dell‟ordine, avvocati, insegnanti saranno formati al riconoscimento, alla prevenzione e al contrasto delle discriminazioni verso le donne e la popolazione LGBT. Il progetto, finanziato dall’Europa per circa quattrocentonovantamila euro, è stato presentato ed è condotto dal l’Università degli studi di Napoli Federico II Dipartimento di teorie e metodi delle scienze umane e sociali, con l’University College Dublin School of Social Justice, insieme ad organizzazioni del terzo settore italiane e straniere, tra cui l‟Arcigay “Antinoo” di Napoli.

«Nell’ambito del Programma Daphne III dell‟Unione Europea è stato finanziato un importante piano di prevenzione dello stigma sessuale e di genere», dichiara il prof. Paolo Valerio, supervisore scientifico del progetto, «L’attenzione che l’Europa dà ai temi dell’omo/trans-fobia, della violenza di genere, del bullismo omofobico è un segnale fondamentale, forse indice della necessità di cambiare lo status quo relativo alla discriminazione nei confronti delle “diversità” sessuali e di genere. Università, Associazioni ed Istituti di ricerca nazionali e internazionali lavoreranno insieme per un obiettivo comune: stringere la maglia protettiva per le vittime di queste forme di discriminazione.»

«Hermes renderà visibile l’impegno delle amministrazioni nella diffusione della conoscenza delle questioni LGBT: l’attenzione a politiche che garantiscano uguaglianza per le persone LGBT ha assunto centralità nel legittimare le azioni dell‟amministrazione cittadina», afferma il prof. Fabio Corbisiero, componente dell’esecutivo dell‟Arcigay di Napoli, «progetti come questo sottolineano la necessità per le persone LGBT di veder riconosciuta la propria identità, squalificata da pregiudizi diffusi, con le amministrazioni garanti di un territorio rispettoso delle differenze e delle minoranze, che offrono tra le principali risposte la ricerca scientifica declinata in ottica “plurale‟. In tempi di riduzione delle risorse pubbliche, è proprio un ambito a bassa legittimazione come questo a rischiare maggiormente la marginalizzazione e l‟invisibilità».

Foto|Google

Lo zio Nico

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