Effetto Dieux Du Stade – Perchè ci piace così tanto il rugby?

Il nostro è uno dei paesi che vive per antonomasia di calcio. I sacerdoti di questa religione, i calciatori, vengono costantemente idolatrati e venerati come vecchie dive del cinema.

Depilati, piastrati e gellati, griffati e patinati, ricchi e spackni; i calciatori hanno assunto con gli anni l’effetto plastificato che ha in parte forviato il buon gusto comune del concetto di bellezza. Ma negli ultimi mesi la leadership dello sport internazionale è stata messa seriamente in discussione dal rugby. Ritorna perciò il bisogno del concetto di virilità primordiale, di uomo che quando c’è da buttarsi nel fango lo fa anche pur non trovandosi in una Spa. Il rugby pur non essendo uno sport delicato è riuscito a entrare nelle case delle famiglie italiane, probabilmente perché ciò che rende questo sport adatto a tutte le fasce di età è la forma con cui il concetto di violenza viene presentato. Il senso di colluttazione che scaturisce dal voler impossessarsi del pallone ovale è un contatto corporeo che nulla ha a che fare con l’aggressività da gangster. Si parla di una violenza pulita che predilige il rispetto dello sport e dell’avversario e che ci tiene a rimanere a solo appannaggio del campo da gioco. Proprio per questo fattore, anche pedagogico, sono in molti i bambini che accompagnati dai genitori riempiono gli spalti degli stadi e vedono in quei giganti buoni un esempio da seguire. Ovviamente poi, per i più grandi, c’è la parte ludica ed estetica della faccenda. Chili e chili di muscoli che celebrano la perfezione proporzionale delle statue greche che non passano sott’occhio alla parte matura del pubblico. I rugbisti al contrario della muscolatura stretta e necessaria, da galletto ruspante, rappresentano l’uomo che fisicamente c’è, non dimenticando di avere una sensibilità e sapendola anche sfruttare nel migliore dei modi al momento opportuno. Che poi per giunta fossero anche privi di pudore ce ne siamo accorti con la bibbia dell’ormone Les Deux du stade, il calendario che li celebra totalmente senza veli all’insegna di un rigoglioso veramente artistico e ciò nonostante sempre a forte tasso erotico.

Foto: Google

Antonio P.

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