Livio Beshir è il primo “Signorino Buonasera”

Debutta in televisione il primo “Signorino Buonasera”, Livio Beshir… ed è già polemica!

Per chi fosse a digiuno di storia della televisione italiana, le “Signorine Buonasera” sono le annunciatrici Rai che a intervalli regolari, appaiono sulle tre reti nazionali per elencarci i programmi della giornata. Le più note fra di loro erano: Maria Giovanna Elmi, Nicoletta Orsomando, Marina Morgan, Anna Maria Gambineri e Rosanna Vaudetti… Ma con l’aria di “rinnovamento” (si fa per dire) in casa Rai, soffiato da una ventata di freschezza e di giovinezza, da qualche anno a questa parte sono state introdotte delle nuove annunciatrici e, sorpresa delle sorprese, è stato perfino assunto un “Signorino Buonasera”. Il primo della televisione italiana. Il suo nome è Livio Beshir, 32 anni, di origini egiziane, ma nato in provincia di Frosinone. Alto, atletico e dalla pelle scura, Beshir si è distinto anche come attore e giornalista, in più ha una laurea in Scienze della Comunicazione, ha lavorato come pubblicista e consulente autoriale in diverse trasmissioni…

Ma che fine ha fatto Max Cordeddu, ovvero il ragazzo che per primo si offrì di diventare un “Signorino Buonasera” e poi invece fu clamorosomente scartato? Ve lo diciamo noi: si è arrabbiato parecchio! Soprattutto dopo aver letto alcune dichiarazioni un pò ambigue di Beshir a GRAZIA: «La mia fortuna è stata una persona della giuria che ora lavora a Raidue che si è ricordata di me». Quindi? Una raccomandazione?

E’ questo il sospetto di Max Cordeddu che che ha commentato così l’assunzione di Beshir: «Sono esterrefatto dalle dichiarazioni di Beshir: la mia esclusione non è quindi una questione di curriculum, ma bensì di raccomandazioni all’interno del servizio pubblico televisivo. Non ho mai pensato di essere il migliore annunciatore in assoluto, esistono certamente persone più preparate e con maggiori titoli di me, ma sapere di essere stato scippato del ruolo a cui ho tanto ambito e combattuto a causa di una mancata raccomandazione, mi spinge a continuare la battaglia per le pari opportunità, stavolta di accesso al lavoro e trasparenza nelle selezioni indetti dalla concessionaria pubblica radiotelevisiva, rivolgendomi nuovamente al Tar del Lazio. Interesserò della questione, con apposita istanza, anche il Ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna e la Commissione Parlamentare di Vigilanza Rai, chiederò di verificare se siano state rispettate tutte le leggi riguardo alla selezione per quel ruolo. Questa nuova battaglia non riguarda solo me, ma tutti i giovani italiani che hanno talento e titoli per lavorare in Rai, sia come annunciatori che in altri ruoli diversi da questo, ma a cui manca, purtroppo, la famosa raccomandazione».

Foto|www.rbcasting.com

Marzio Maladenti

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