TUTTONEWS GAY – Giudice gay non celebra matrimoni etero, cartello omofobo in bar romano, calcio e gay

In Texas, una giudice lesbica non vuole celebrare matrimoni eterosessuali. La vicenda del cartello omofobo in un bar romano, si chiede la sospensione della licenza. Suicidio Bergamini, il calciatore Petrini ammette l’esistenza dell’omosessualità nel calcio.

TEXAS. GIUDICE LESBICA NON CELEBRA MATRIMONI ETERO
E’ un’obiezione di coscienza contro lo Stato del Texas
“Non sposerò coppie eterosessuali fino a quando non saranno consentiti anche i matrimoni tra gay. Ho scelto questa posizione perché la legge non viene applicata ugualmente per tutti. Per me è un’opportunità per educare le persone sull’uguaglianza legata al matrimonio. Per me sarebbe una contraddizione celebrare una cerimonia che a me sarebbe interdetta”, così dichiara Tonya Parker, giudice lesbica della Contea di Dallas (Texas) che protesta in questo modo contro la mancata legittimazione delle nozze gay del suo Stato.

CARTELLO OMOFOBO SU UN BAR DI ROMA
“Il Campidoglio sospenda la licenza commerciale”
Un pub di via Andrea Doria, quartiere Prati di Roma, ha sollevato molte discussioni fra le associazioni lgbt per la sua connotazione omofobica: “Sono molto meglio i pantaloni rotti nel culo, che il culo rotto nei pantaloni“. Il portavoce del Gay Center Fabrizio Marrazzo chiede al Campidoglio la sospensione della licenza commerciale per il pub: “La vicenda del cartello esposto nel bar in Prati è sintomatica di una strisciante sotto cultura che offende i gay e che li mette alla berlina, in questo caso con battute da bar. Non si tratta di un caso isolato ma solo di uno che è finito sotto i riflettori. Se Roma vuole essere una capitale a livello delle altre capitali europee non può consentire che ciò avvenga. Quindi non solo quel cartello va rimosso, ma è necessario e urgente prendere misure più ampie. Esporre in un bar aperto al pubblico un cartello omofobo è un’offesa non solo verso lesbiche, gay e trans, ma verso tutti. Una Capitale europea come Roma non può permettersi di mostrare questo volto ai suoi cittadini e a milioni di turisti che ogni anno la visitano. Questo bar, così come tanti altri esercizi commerciali, lavora sulla base di una licenza pubblica che viene assegnata dal Comune. E’ necessario quindi portare avanti un lavoro con le Istituzioni e con le associazioni dei commercianti perchè una licenza pubblica non sia concessa a chi vuole farsi portatore di messaggi d’odio e di discriminazione. Chiediamo al Campidoglio in base al regolamento comunale che prevede tra le finalità degli aventi diritto alla licenza: ‘La promozione di una logica di equiparazione tra tutela dell’interesse individuale e garanzia del rispetto dell’interesse collettivo’, di applicare le eventuali sanzioni previste e/o la sospensione della licenza. Inoltre, chiediamo alle associazioni dei commercianti di avviare subito un percorso di monitoraggio e formazione per le imprese del territorio, che hanno il dovere di essere aperte a tutti anche perche’ rafforzare i diritti vuol dire anche far crescere l’economia, come da anni hanno capito le principali metropoli del mondo. Serve, proprio come avviene all’estero, l’istituzione di un marchio per gli esercizi commerciali gayfriendly, così da stabilire un codice chiaro e concreto di azioni per promuovere a livello internazionale le realtà che si impegnano maggiormente.”

CARLO PETRINI: “PRIMA O POI SI DOVRA’ AMMETTERE L’OMOSESSUALITA’ NEL CALCIO”
Il calciatore degli Anni Settanta ammette che l’omosessualità nel calcio esiste
Torna alla ribalta, Carlo Petrini, calciatore degli Anni Settanta, in merito al misterioso suicidio che nel 1989 mise fine alla vita di un altro calciatore, Denis Bergamini del Cosenza. Il caso è stato riaperto. Non si tratterebbe di suicidio, ma di omicidio dovuto alle brutte frequentazioni di Bergamini con il mondo del narcotraffico. Ma Petrini non si limita a parlar del caso di cronaca nera e fa una schietta riflessione sul mondo del calcio, ammettendo, non solo l’esistenza di una certa criminalità mafiosa dentro il mondo delle partite, ma anche quella dell’omosessualità. “Prima o poi si ammetterà la presenza di giocatori omosessuali. Per ora si sta cercando di nasconderlo, gli italiani sono troppo machi per accettare l’idea che i giocatori possano anche essere gay”.

Foto|Google

La redazione

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