TUTTOUOMINI STORY – Angelo Infanti, il classico bello di una volta

Muore uno degli attori italiani di secondo piano che sono stati il simbolo di quel cinema dal sapore Anni Settanta e Ottanta. Il grande orso con i modi di fare da macho.

«Ho perso un caro amico. Lo avevo conosciuto a casa di Sergio Leone, era il classico bello di una volta. Uno che poteva fare ruoli classici, ma anche film d’azione. Quando scrissi Bianco Rosso e Verdone pensai che era perfetto per insidiare la moglie di Furio. Aveva la faccia adatta. Ma il successo per lui arrivò con il personaggio di Manuel Fantoni in cui ho rappresentato un vero e proprio esempio di mitomania. Peccato era una persona spiritosa con cui amavo lavorare», queste le parole di Carlo Verdone ricorda l’amico scomparso, morto all’ospedale di Tivoli a 71 anni, colpito da un arresto cardiaco avant’ieri notte. Si era sentito male sabato, nella sua casa di Zagarolo, dove era nato il 16 febbraio 1939.

Angelo Infanti era, come dice Carlo Verdone, il classico bello di una volta. Un uomo che adattavo il suo fisico stupendo e statuario non solo ai western spaghetti e nei poliziotteschi di serie B, ma anche alle commedie, dove ci metteva quel pizzico in più nel ruolo dello sciupafemmine. Ma non va dimenticato che prese parte anche a numerose pellicole di serie A di alto livello internazionale, passando da Il gattopardo di Luchino Visconti a Il padrino di Francis Ford Coppola, approdando agli scandalosi film di Marco Ferreri, come Storia di Piera. Voce profonda, partecipò anche ad alcuni film della serie Emanuelle Nera diretti dal grande Joe D’Amato.

Foto|Google

Lo zio Nico

Change privacy settings