Bruce Willis Die Hard 4

La saga del poliziotto John McClane continua con l’aggiunta di un nuovo adrenalinico capitolo… Mi viene da bofonchiare sob! No, non ce la faccio a essere magnanimo con l’ennesima “americagata”!!! Non mi riesce, non è da me! Mi dispiace!
Al Bruce Willis dei film d’azione prediligo sempre un Bruce Willis più impegnato e meno eccessivo. Mi convince di più. Come nel film “Il sesto senso” o nel carino “Slevin”. Ma non si può avere tutto dalla vita, così questa settimana vi toccherà fare i conti con questo nuovo action-movie firmato da Len Wiseman che racconta di come un gruppo di cyber-terroristi diano del filo da torcere a FBI ed esercito americano… semplicemente staccando la spina della corrente. Tutti al buio, insomma. Tutti gli statunitensi, da Washington alla California, useranno con le candele accese immersi nel nero della notte… E allora!?!


L’Enel lo fa continuamente! Ma mica pensiamo ai terroristi cybor-che-cosa!!! E invece di chiamare grandi strateghi militari stile Generale Patton o agenti federali più simili alla Clarice Starling de “Il silenzio degli innocenti” (1991), l’America dello zio Bush che fa? Chiama… rullo di tamburi non troppo convinto… Bruce Willis! E certo! Arriva sempre lui a salvare le chiappe ai figli dello zio Sam!

C’è da dire che nel frattempo, l’America impazzisce!!! In Italia, non si è mai vista una roba del genere. Di solito, quando manca la luce, uno che fa? Scende in strada o apre una finestra per vedere se è un problema solo del suo palazzo o di tutto l’isolato. No… Gli Americani si mettono al volante e provocano incidenti e traffico… Soprattutto nel “settore finanziario”!?! Ma le Borse non chiudono alle 18!?!

Insomma, il caos più totale e un’America che sembra sempre più popolata dagli abitanti di Springfield che nei momenti di casino cominciano a saccheggiare tutto e a correre da una parte all’altra come la Lucy dei Peanuts!
E c’è di più! Il bello deve ancora venire: Bruce Willis sarà aiutato a contrastare questa ENORME problema da… un ragazzino smilzo, che (indovinate un pò… guarda caso) è un esperto hacker e ideatore del piano che i terroristi vogliono realizzare (ma che nespola di figli tirate su negli USA???). Ma perchè non scarica le canzonette pop o i videotape lascivo di Pamela Anderson e Paris Hilton su Emule come fanno tutti i teenagers? No… Lui, per ammazzare il tempo si mette a ideare un piano per far andare in pappa tutta la sua nazione. Complimenti. E le ragazze che fanno? Le borseggiatrici assassine di pensionati fuori dalle poste nei primi del mese?

E tra frasi tipo «Ora ci penso io» o «Tutto qui mi deludi» e automobili della polizia che inspiegabilmente volano contro elicotteri, altre auto, tunnel, muri e qualsiasi altra cosa possa essere abbastanza dura da frantumarne il parabrezza e la carrozzeria (al buon Willis diciamolo, dovrebbero incenerirgli la patente) e dialoghi raggelanti come «Hai abbattuto un elicottero con la macchina» «Ero senza pallottole», voli dal settimo pianto senza rompersi minimamente un osso (le controfigure, lo precisiamo, sono state istruite personalmente da Willy il Coyote) e l’immancabile sinfonia lirica suonata rock, assistiamo a questo aborto cinematografico dove l’unica cosa bella è ancora una volta Bruce Willis che quasi raggiunta l’età dei cinquanta è ancora uno splendido oggetto del desiderio.
Purtroppo non si può dire lo stesso per Justin Long, che interpreta il fanciullo che aiuterà Willis nell’impresa. Nato nel Connecticut nel 1978, diplomato al Vassar College di New York, Long ha esordito in un altro bel film di genere: l’orrorifico “Jeepers Creepers – Il canto del diavolo” (…). Che bel film… Lo ricordo ancora con molto piacere, nel momento in cui sbadigliavo al cinema. Poi nel ruolo dell’antagonista abbiamo l’ormai padre e attore hawaiano Timothy Olyphant che invecchiando s’è pure un po’ imbruttito!

Insomma, “Die Hard – Vivere o morire” rispetta in pieno le regole del film di genere e per chi ne ha visti tanti, come il sottoscritto, si troverà di fronte a tante belle scene mozzafiato, sparatorie e tutto lo stereotipo possibile e immaginabile (compresa figlia legata a una sedia). Ma se cercate contenuto, dovete andare altrove… possibilmente su una macchina che va a 300 km orari!

Red

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