Direttamente da dietro la cinepresa, Cosimo Alemà. L’intervista

Cosimo Alemà è il nome che leggiamo con più frequenza nelle schede tecniche dei video musicali. Ha lavorato con tutti quelli che in Italia musicalmente contano. Giusy Ferreri, Tiziano Ferro e J-AX sono solo alcuni dei celebri gangster del pop nostrano che si sono affidati a lui come regista.

Della tua vita si sa molto poco e ancor meno di come sei caratterialmente. Quando crei sei più dandy visionario o rigido comandante sul fronte?
Io mi ritengo uno dei panettieri del video in Italia. Ho un approccio, in realta’, a meta’ tra l’artigiano e il creativo. Nella fase di scrittura, d’ideazione sono davvero dandy e affronto nottate lisergico ossessive dove mi calo nel progetto musicale; tento di farlo mio e ottenere una traduzione per immagini. Sul set sono un sergente al fronte, infaticabile e con lo stato mentale di trance lucida. Al montaggio ritorno ad essere più creativo e mi butto a capofitto per giorni nel progetto. Nella vita di tutti giorni, sono effettivamente piuttosto riservato.

I tuoi video sono caratterizzati da una forte componente recitativa. Ma non credi che in alcuni casi si possa correre il rischio della poca “credibilità”? Perché insistere a far recitare i cantanti?
La risposta e’ ben poco romantica. In italia e’ consuetudine che gli artisti siano i protagonisti assoluti del video e non si possono sempre far cantare e basta. Alcuni sono piu’ avvezzi alla recitazione, altri meno. Questo e’ normale. Nel caso di Tiziano Ferro, trovo che la sua capacita’ comunicativa, empatica e carismatica sia piu’ forte di ogni altro elemento del video. Mi e’ sempre piaciuto molto lavorarci. A volte invece, con altri artisti mi sono trovato in effetti in serie difficolta’ in termini di credibilita’.

Qual è secondo i tuoi canoni il più bel video musicale mai girato e quello più inguardabile?
Di video che amo ce ne sono tantissimi. Ovviamente ne sono da sempre un bulimico consumatore. Potrei citarne tantissimi. Ultimamente mi e’ piaciuto davvero tantissimo il video nuovo dei Depeche Mode, “Wrong”. Atmosfera, mistero, azione e struttura originalissima. Poi la bella musica fa sempre la differenza. Tra i piu’ improbabili mi viene in mente un video di Giorgia dello scorso anno, il titolo mi pare fosse “La la la song”, per la regia del celebre Luca Tomassini. Non ho memoria di opera tanto orrida. Tra i miei lavori recenti amo molto “In Italia” il video di Fabri Fibra e Gianna Nannini. Di brutti ne ho fatti troppi per elencarli tutti.

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In Italia quasi tutti i cantanti scelgono tra te e Gaetano Morbioli per i loro clip, sicuramente perché riuscite a dare ai video un’atmosfera “internazionale”. Quali sono gli effetti tecnici e creativi che determinano questo senso di esterofilia?
Scelgono noi probabilmente perche’ sappiamo come ottenere risultati fotografici notevoli, a meta’ tra il gusto glamour della pubblicita’ e l’atmosfera corposa del cinema. Anche lo stile di ripresa e’ piuttosto moderno ed in linea con i linguaggi visivi anglosassoni, tramite l’uso della macchina a spalla, il dosaggio sapiente dello slowmotion e per qualche altro piccolo trucco che non svelero’. Io e Gaetano siamo in realta’ molto simili e molto diversi. Per quanto mi riguarda sono molto affascinato dagli aspetti piu’ oscuri e spinosi del pop (anche se sembra un controsenso).

C’è un minimo comune denominatore nelle richieste dei cantanti prima di girare?
Si, di essere belli. A tutti i costi. Uomini, donne, band, giovani, vecchi.. peccato che tutti i cantanti italiani abbiano questo look ipercurato, coi vestiti nuovi, precisi. Un artista come Pete Doherty sarebbe inipotizzabile. Questo pero’, stilisticamente rende i prodotti musicali italiani molto poco internazionali, bensi provinciali, col vestito buono della domenica. E questo e’ un peccato. Altra cosa che tutti cercano e’ una grande idea, ma spesso sono bocciate in principio perche’ nessuno si vuole mai mettere in gioco veramente. Nessuno vuole osare.

Guardando la tua videografia sembra che i progetti a basso budget siano pervasi di maggior creatività.
Si, e’ come dici tu. I progetti indipendenti o lowbudget sono sicuramente i piu’ liberi creativamente. Ma sono anche pesantemente penalizzati dalle magre possibilita’ produttive che riguardano la messa in scena per lo piu’. Il tuo discorso e’ giusto, ma purtroppo come vedi non esiste mai una condizione ottimale. Mi piace citare, pertanto, altri video che ho fatto e che mi piacciono davvero (Lombroso, Truceboys, Ministri, etc)

Antonio P.

Red

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