Scatenare l’omofobia per vincere i ballottaggi: la strategia della Destra

Si potrebbe chiamarla con lo stesso titpolo di un bellissimo film politico e civile di Bernardo Bertolucci: la strategia del ragno. Che cosa succede in Italia? Che cosa fa la Destra per vincere i ballottaggi? Una politica del terrore. E chi è il lupo cattivo? Noi, i gay. Dall’omofobia milanese morattiana a (tanto per cambiare) quel ridicolo di Giovanardi.

Si parte con LIBERO, il quotidiano che si prostra ai piedi di Silvio Berlusconi ogni giorno con un bellissimo titolo: “MILANO MECCA DEI GAY ATTENTI A PISAPIA”. Traduzione: “Attenti milanesi, perchè se votate Pisapia al ballottaggio Milano diventerà metà di tutti gli omosessuali?” Perchè scusate prima cosa era?

La folgorazione deve essere avvenuta al candidato sindaco durante la campagna per le primarie. Fu allora che Pisapia incontrò un redattore di CLUBBING per una intervista che è stata pubblicata anche su Gay.it, noto sito Internet. L’intervistatore esordì così: «Giuliano, Milano è una città piena di contraddizioni, con 300mila omosessuali residenti che producono buona parte della ricchezza…». A Pisapia a momenti veniva un colpo! Trecentomila gay a Milano? Un elettore su tre? Mica si è chiesto se il redattore l’aveva sparata un po’ grossa. No, Giuliano è corso alla sua personale fabbrica del programma scopiazzata da Romano Prodi, quella officina piena di idee per sconfiggere la Moratti, e subito ha messo i suoi al lavoro per sfornare un documento programmatico dal titolo “Politiche Lgbt: Milano metropoli europea”. L’ha scritto Pier Cesare Notaro, consulente della Associazione radicale Certi Diritti. Che prima ha passato in rassegna le politiche gay e lesbo dei principali comuni europei. E poi ha sentenziato: troppo banali. «Temo che la discussione», ha scritto nella parte di programma di Pisapia da lui redatta, «possa fermarsi a valutare solo le proposte più classiche come il registro delle unioni civili, gli incontri nelle scuole, qualche campagna informativa con affissioni pubbliche». Poco, Pisapia per gay e lesbo vuole molto di più. «Milano come meta del turismo omosessuale», enuncia la scheda del programma, «e in particolare del turismo culturale omosessuale: attivazione dell’Ufficio del Turismo (creazione di un sito web dedicato, mappe e materiale informativo negli info point, formazione del personale), messa in rete e valorizzazione delle attività associative, culturali e ludiche già presenti, patrocinio e finanziamento di eventi culturali (dal festival del cinema – già esistente – a mostre) da promuovere anche come attrattive per il turismo omosessuale internazionale». Secondo Pisapia «moda, lirica e arte» sono perfette per fare diventare Milano una città -flusso per un interminabile gay pride. Ma anche questo non basta al candidato sindaco, che vuole unire questa sua folgorazione sulla Milano omoappeal alla sua passionaccia di sempre: gli estremisti islamici e le loro moschee. Pisapia vuole mettere a disposizione gli uffici comunali per chiedere ai mussulmani di non prendere di punta secondo i dettami della loro legge gay e lesbiche, e viceversa per fare capire alla comunità Lgbt che gli islamici non sono così pericolosi. «Il Comune», spiega la scheda programmatica, «deve facilitare incontro e dialogo fra la comunità Lgbt e le comunità immigrate: intersezionalità nelle politiche per le pari opportunità, attività di mediazione (…) Anche a Milano è presente una domanda di sicurezza da parte della comunità Lgbt, che spesso sente ed enfatizza la presunta minaccia della delinquenza straniera e dell’estremismo islamico: proprio qui infatti sono state proposte le ronde gay o l’accompagnamento da parte dei City Angels degli omosessuali nei luoghi di incontro sessuale all’aperto. Sarebbe interessante trattare in modo diverso, più costruttivo, partecipativo e realistico, il tema della sicurezza e dell’integrazione di tutti, senza cadere e anzi contrastando il rondismo leghista e le campagne basate sulla paura». Operazione invero difficile, quella di fare tendere la mano in comune fra gay e islamici radicali. Secondo l’ultimo rapporto sull’omofobia nei paesi islamici la cosa più carina prevista dalla legge è 99 frustate per due uomini che dormano nello stesso letto senza nemmeno sfiorarsi. Ma Pisapia evidentemente vuole trasformare Milano nella prima città a propulsione gay-islam pride. Deve essere diventata una fissa per l’avvocato di sinistra. Che un sabato sera di fine aprile in piena campagna elettorale è andato a incontrare l’Arcigay in un teatro milanese e ha promesso perfino quel che oggi non potrebbe mantenere: «Porterò il presidente del Consiglio a Milano a inaugurare le Olimpiadi gay…»“.

La mia speranza è che i milanesi mandino lontano dalla loro città questa ideologia omofoba dilagante.

Ma andiamo avanti con un’altra illuminante mente della Destra: Carlo Giovanardi.

De Magistris aiuterà femminielli, non famiglie normali”, queste le parole di un uomo che andrebbe sbattuto fuori dalla politica italiana. “Non escludo affatto che, nell’improbabilissima eventualità che diventasse sindaco, de Magistris discriminerà sul piano dei servizi sociali le famiglie con figli favorendo di femminielli, gay, trans riconosciuti attraverso registri che ne legittimino le unioni. L’ex magistrato ha detto chiaramente che per lui non ci sono unioni di serie A e di serie B e che è favorevole ai matrimoni omoappeal, che li metterebbe sullo stesso piano delle famiglie riconosciute dalla Costituzione. Io non sono anti gay. Ma va evidenziato che con Pisapia e de Magistris, il riconoscimento delle unioni gay porterebbe a conseguenze discriminatorie per centinaia di migliaia di famiglie di Napoli e Milano. Con loro sindaci, le case e i servizi sociali dei comuni non darebbero la priorità alle famiglie riconosciute dalla Costituzione bensì queste nuove forme di unioni e “matrimoni” gay. Per esempio cambierebbero i criteri nell’assegnazione delle case. Decine di migliaia di famiglie colpevoli di non essere gay finirebbero in fondo alle priorità degli amministratori”.

Io non commento più. Sono schifato.

L’unica cosa che penso è che se Napoli votasse per un ex pm come De Magistris la camorra “spagheggerebbe” (come si dice dalle mie parti) parecchio!!!

Foto|Google

Lo zio Nico

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