Scoperti farmaci antivirali per combattere l’Epatite ma mancano i fondi

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La IV Giornata Mondiale delle Epatiti, prevista dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ha l’obiettivo di svelare un nuovo piano d’azione che renda possibile l’accesso a nuovi farmaci antivirali, con minimi effetti collaterali, curativi quasi al 100%.

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In occasione di questa giornata medici e pazienti hanno organizzato un incontro a Roma, con la presenza dei massimi esperti di epatite.
I nuovi medicinali antivirali hanno un’azione diretta contro l’epatite, sono più efficaci dei medicinali oggi in commercio e non contengono interferone. I farmaci funzionano nel 90% dei casi, con effetti collaterali minimi: rappresentano la possibilità di eradicare il virus dell’Epatite C come spiega Antonio Gasparrini, professore di Gastroenterologia dell’Università Cattolica del sacro cuore: “In Italia sono potenzialmente trattabili con antivirali di ultima generazione 300-400mila pazienti, di questi però ce ne sono circa 30mila che avrebbero bisogno del farmaco subito, perché hanno una cirrosi avanzata ma non ancora così grave da non avere più alcun beneficio dalla terapia. Siamo di fronte a una rivoluzione epocale: farmaci così innovativi arrivano una volta ogni trent’anni: con l’arrivo di questi nuovi antivirali una malattia prima ineradicabile quale è l’epatite C diviene ora eliminabile; l’impatto a livello di salute pubblica è enorme”.

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Ivan Giardini, presidente dell’Associazione pazienti Epac continua: “È sempre più stringente dotarsi di un piano nazionale, perché per i nuovi super farmaci non ci sono le coperture finanziarie adeguate e il piano non serve solo a garantire l’accesso ai farmaci, ma anche a pianificare strategie di prevenzione e screening. Un piano, se fatto bene e gestito da persone competenti, permette di ottimizzare al meglio le risorse e di non sprecare neppure un euro… E’ urgente organizzare un censimento dei pazienti non solo numerico ma per gravità di malattia che permetta di comprendere quanti sono i pazienti più urgenti da curare e quindi stimare i reali costi da sostenere nei prossimi 5-10 anni. Poi serve definire dei percorsi diagnostico-terapeutici uguali per tutte le regioni onde impedire difformità di accesso su base regionale e locale.”

In Europa sono diversi i paesi che hanno già approvato piani strategivi per combattere l’Epatite e allinearsi al panorama internazionale è necessario anche per l’Italia, soprattutto se si considerano i numeri: sono circa 700mila le persone malate di Epatite, metà delle quali non sa di aver preso l’infezione e quindi non si cura.
L’assenza di un registro nazionale e di un censimento dei pazienti rende praticamente impossibile distribuire i nuovi farmaci in modo efficace; e è altrettanto impossibile quantificare i costi necessari per permettere l’uso dei farmaci a tutti i pazienti che ne hanno reale bisogno.
L’urgenza è quindi quella di creare un piano nazionale per gestire la malattia e soprattutto quella di costituire un fondo con risorse appropriate, per condurre campagne di prevenzione oltre che di distribuzione del farmaco.

 

Via|Piusanipiubelli.it

Red

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