Slow Medicine scopo e cure, ascoltare di più i malati e tutelare i loro interessi

Sicuramente non è cosa da poco ma il concetto di Slow medicine sta prendendo piedi ed è, per molti, da ammirare. In cosa consiste ? In pratica il principio cardine è quello di trascorre più tempo ad ascoltare le persone malate. E Slow Medicine è il nome dell’associazione di dottori italiani che hanno questo scopo.

Una medicina lenta, che mira ad ascoltare i pazienti, che ci ricorda il concetto“Slow Food”in tema di alimentazione.

In cosa consiste questo interessante progetto ?

“Il progetto nasce con l’obiettivo di tutelare gli interessi dei pazienti attraverso un partenariato con gli operatori sanitari, non razionalizzando solo l’assistenza per ridurre i costi“, ha scritto Sandra Vernero, segretario generale di “Slow Medicine”, nella missiva pubblicata sulla magazine scientifico inglese British medical journal, sottolineando la necessità di una medicina “partecipativa”.

Ma non solo. Punto cardine del progetto è anche quello di spiegare anche ai malati che il cosidetto“fare tutto il possibile” per superare malattie o momenti difficili non implica necessariamente sottoporsi ad una overdose da terapie e diagnosi. In sostanza è fondamentale che passi il concetto che il medico che prescrive più esami e prestazioni non è necessariamente il più competente o il più preparato.

E Slow medicine fa anche un elenco di quelle che sono, quotidianamente in materia sanitaria, le pratiche e/o gli esami più abusate:
– test per le intolleranze alimentari
– ecocardiografie ed elettrocardiografie
– radioterapie
– esami allergologici

Per capire di più della Slow Medicine esiste un libro acquistabile su amazon, che è iol Libro-Manifesto della rivoluzione slow nella medicina: un nuovo modo d’intendere cura, salute e sanità. Pubblicato da Sperling&Kupfer.

Dal sito slowmedicine.it apprendiamo, inoltre, quanto segue:

La medicina Slow
Rispetta i tempi della conoscenza reciproca, quelli della salute e della malattia, dell’accudimento e della cura.
Rimette al centro dell’intervento di cura la relazione fra professionista sanitario e paziente, rendendoli entrambi attivi e cooperativi.
Ricerca il giusto equilibrio fra l’uso di tecnologie e di terapie di efficacia dimostrata, il rispetto della persona curata e delle sue preferenze e l’attenzione alle risorse economiche e ambientali.
Sviluppa interventi di prevenzione, informazione, promozione della salute ed educazione a comportamenti equilibrati e sobri come metodo per la valorizzazione del patrimonio salute.
Promuove i concetti di cura efficace, appropriata e personalizzata, riabilitazione possibile e valorizzazione delle capacità residue in contrapposizione all’eccesso di cure e alla ricerca della guarigione ad ogni costo.

Una cura slow NON è una cura lenta ma è una cura che:
rinuncia alla frettolosità in nome dell’accuratezza e della riflessione.;
è tempestiva senza essere sbrigativa;
utilizza l’ascolto e il dialogo uniti alla competenza clinica e all’uso appropriato delle tecnologie diagnostiche e terapeutiche;
sviluppa metodi e strumenti per facilitare la partecipazione attiva dei cittadini ai percorsi di cura;
cura la formazione dei professionisti e il loro diritto a percorsi formativi aggiornati, efficaci, scientificamente fondati e liberi da conflitti di interesse.

Red

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