“Luca era gay” premiato con il Mogol per il miglior testo

Ma sì che ne sentivate la mancanza da parecchio tempo! Quindi, perchè non parlare ancora di lui e della sua splendida hit che tutti cantano appena possono e che ha messo tutti, ma proprio tutti, d’accordo? Povia e la sua “Luca era gay”.

Stavolta, il cantante che tutti i gay amano in maniera smodata (sì, come no!) ha vinto il premio Mogol per il miglior testo… Premio che ricordo andò l’anno scorso alla bellissima e toccante “Fango” di Lorenzo Cherubini, alias Jovanotti, che lui scrisse per il fratello morto. No, ragazzi, non è un pesce d’aprile che vi vogliamo fare a il 16 di giugno e non apparirà improvvisamente Belen a dirci, appaludendo e indicando una presunta telecamera: «Siete su “Scherzi a parte vecchi bacucchi!». É la realtà. Hanno dato un premio per il miglior testo dell’anno a questa canzone che ha fatto rizzare i peli sulla schiena a tutta la comunità gay anche dopo una depilazione totale!

Povia nel ricevere il premio commenta così: «Un riconoscimento bellissimo. Non me l’aspettavo dal migliore autore italiano. Mogol è stato uno dei pochi che ha capito la buona fede del pezzo. Un premio che va a sfavore dei giornalisti italiani, che mi hanno massacrato come killer. Avrebbero potuto spiegare che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha detto che in caso di omosessualità indesiderata ognuno può cercare la propria sessualità. Non ho mai detto che l’omosessualità è una malattia. Molti attivisti gay non sono seri e inculcano nella gente la teoria che ogni individuo nasce omosessuale invece non c’è alcuna prova certa».

Poi non contento, se la prende con Vladimir Luxuria che ha sempre avuto una buona parola (…) per Povia: «Il commento di Luxuria è una stupidaggine, si dà la zappa sui piedi. Il Gay Pride rovina l’immagine dei gay, se fossi gay mi incavolerei. Dire che Mogol rinnega i suoi testi è una stupidaggine, Luxuria sa bene che è possibile la mia storia. Luxuria non ha le prove di essere nato transessuale come io non ho le prove che sono nato etero. Poi se uno prova a cambiare come ha fatto Luca, che ha scavato nel suo passato guardandosi allo specchio, non bisogna criminalizzarlo. Ci sono etero che diventano omosessuali e viceversa».

Nel frattempo, tutti i siti gay e i blogger gay si imbufaliscono come tacchini nel Giorno del Ringraziamento e dicono la loro su questo pezzo dal tempo così orecchiabile e dal testo per molti lassativo. Il peggiore dei commenti fatti, quello forse è stato espresso con la bava rabbiosa alla bocca tipo Cujo di Stephen King, è quello di Franco Grillini: «Un testo impregnato da psicologismo da quattro soldi e per di più smentito da tutte le associazioni degli psicologi e degli psichiatri. Naturalmente Povia e Mogol si possono premiare a vicenda come e quanto vogliono ma, per favore, ci risparmino i sermoni sulle ‘donne frigide per un trauma infantile e altre amenità. Su una cosa siamo d’accordo con Mogol e cioè che Povia ha intinto la penna in un inchiostro molto simile al sangue perché quell’operazione politico-mediatica ha fatto danni molto seri alla comunità lgbt, alle persone omosessuali e alle loro famiglie instillando l’idea folle e sbagliata che l’omosessualità sia “curabile e reversibile” come una malattia. Fortuna vuole che pochissimo radio hanno ritrasmesso “Luca era gay” e che pochissime sono state le vendite del cd nonostante il gigantesco battage pubblicitario. La canzonetta omofoba è già nel dimenticatoio e non basterà di certo il premio Mogol a resuscitarla».

In effetti, “Luca era gay” sta facendo la fine di “Fiumi di parole” dei Jalisse. Però purtroppo non la fine della canzone degli Avion Travel che vinse e che nessuno, ma proprio nessuno si ricorda il titolo! Sentiremo ancora Povia? Ma certo, per tutti quelli che frequentano il nostro sito e sono suoi fans (la cosa non esclude l’altra… mica è fantascienza), sappiate che il cantante sta scrivendo un brano su Eluana Englaro e che vorrebbe presentarlo a Sanremo. Giusto per far parlare ancora di sé facendo polemica. Io intanto, quando sento parlar di Povia mi viene in mente una canzone di Masini, “Vaffanculo”. Quanto a Mogol, io gli propongo anche di conferire il suo premio istituito di recente anche ai grandi capolavori della musica italiana che però abbiamo lasciato alle spalle… Non so “Chiuaua” di Dj Bobo, “Vale (quanto Wale)” dei Dari, una canzone a casaccio di Gigi D’Alessio, “Spalman” di Elio e le Storie Tese e “Profumo di mamma” di Anna Tatangelo… Forse anche “Il ballo del popò” della Buccella!

Foto: Google

Lo zio Nico

Change privacy settings