La denuncia di alcuni attrici a Rocco Siffredi:”Ci sputava addosso”
Dopo le testimonianze andate in onda nel servizio della scorsa settimana, che ha acceso il dibattito sull’industria del porno e sul tema del consenso, Roberta Rei, con Francesco Priano, torna a occuparsi del caso Rocco Siffredi, al centro di nuove e gravi accuse da parte di alcune attrici.
Secondo le testimoni, i limiti fissati nei contratti sarebbero stati superati, compromettendo la reale libertà di scelta sul set. Tra le violazioni segnalate anche quelle che riguarderebbero i video-consenso che dovrebbero essere registrati dopo le scene, per garantire che non si siano verificati eventuali abusi. Tali video, in alcuni casi, a dire delle ragazze intervistate, mancherebbero o sarebbero stati registrati prima di girare la scena, rendendoli inutili ai fini della tutela delle performer.
Al centro del nuovo servizio, in onda questa sera in prima serata su Italia 1, le testimonianze di ragazze che hanno lavorato con l’attore hard più famoso d’Italia e che oggi parlano per la prima volta, accusandolo di presunte violenze fisiche e psicologiche durante le riprese, talvolta anche a telecamere spente. “Ha fatto un anale con me, cosa che io gli avevo proibito di fare. Mi è anche uscito il sangue”, racconta Lera. Gloria aggiunge: “Dicevo: ‘Io non lo voglio fare’. Continuava a sputarmi addosso, a dirmi: lo vedi che ti piace, tr**a?”. E ancora: “Per me è stato uno stupro a tutti gli effetti. Anche davanti alle telecamere. È stata una doppia violenza”.
Alcune scene, a dire delle ragazze intervistate, sarebbero state imposte contro il volere delle performer, come racconta Ophelia Dust: “Nel bel mezzo della scena ci dissero che volevano fare un anale e io ho detto che non mi andava bene, perché non avevo firmato per quello”. Secondo gli standard attuali del porno, ogni attore deve concordare in modo preciso e documentato ciò che accadrà sul set, per evitare che, lasciando qualcosa al caso, si possano consumare abusi.
E anche se le ragazze sanno che Rocco è noto per le scene estreme, resta fondamentale che ogni dettaglio sia discusso e approvato prima: perché il consenso, anche nel sesso più violento, è imprescindibile per le attrici porno come per ogni altra donna. Ma le produzioni di Siffredi, stando alle dichiarazioni raccolte dall’inviata, non avrebbero rispettato questi paletti. Una delle testimonianze più dure arriva da una ragazza che racconta una presunta violenza avvenuta in un bagno, lontano dalle telecamere: “In quel momento ho sentito di essermi dissociata dalla realtà. Non so se ero viva, se ero morta. Lui ha continuato così per dieci minuti. E io non urlavo, non parlavo”.
Nel servizio vengono analizzati anche estratti di video di casting girati a Budapest da Rocco Siffredi relativi alle circostanze raccontate dalle testimoni intervistate da Roberta Rei. “Mi ha costretta a fare cose anali su di lui con la bocca e con le dita. E io non volevo. Gliel’ho detto. Ma continuava a insistere, mi ha costretta”, racconta una performer che ha partecipato a un casting. Poi, dopo aver ricevuto un rifiuto alla richiesta di fare sesso anale, il pornoattore le avrebbe detto: “Devi urinarmi addosso. Se non fai l’anale, devi dimostrarmi in un altro modo che ti devo pagare”.
Ai microfoni della Iena, Rocco Siffredi respinge tutte le accuse, parlando di invidia e di una campagna orchestrata per screditarlo: “Forse sono stato leggerino in qualche scena, ma non ho mai violentato nessuna. La mia sessualità è forte e violenta, ma è sempre stata consensuale. Non sono un perverso stupratore”. L’attore parla anche di ‘una congiura internazionale’ ai suoi danni, i cui dettagli saranno spiegati nel servizio in onda questa sera. È bene precisare che le testimonianze raccolte dall’inviata nei confronti di Rocco parrebbero non aver niente a che fare con fantomatiche congiure: sono racconti di donne reali, da diversi Paesi, che in molti casi non si conoscerebbero fra loro.