La mafia gay esiste… ed esiste anche la polizia gay!

Una delle categorie inattaccabili dal bacillo dell’omosessualità, oltre a quella dei calciatori, è quella dei malavitosi.

Sembra infatti impossibile che un gay possa avere quella durezza e virilità indispensabile per adempire a compiti con una forte componente violenta. Niente di più sbagliato, perché basta avere un minimo di esperienza sul campo per sapere che anche gli omosessuali sono capaci di fare del male. Certe volte non conta essere affetti dalla penefilia e dalla figofobia. È da sempre stato certificato da numerose inchieste che, ad esempio, molti boss avessero diversi giovani amanti dello stesso seso. Una moglie come copertura della propria virilità e una vita parallela all’insegna anche e soprattutto dell’affettività gay. Non si trattava infatti di rapporti unicamente circoscritti alla sfera sessuale, ma rapporti di amore che forse equilibravano le sfilza di malefatte commesse. Anche l’altra parte della medaglia ha i suoi modelli. Tutti ricordiamo la storia di Fabrizio Caissa, il vigile gay più bello del mondo. Per essersi esposto ha dovuto subire molte polemiche su quanto possa risultare indecoroso indossare un’uniforme durante un concorso di bellezza, testimonianza che in certi è meglio giocare di omertà. A prescindere da quanto possa essere grande o popolosa la nostra città, le voci passano e anche in fretta. I coming out sono spesso inutili ma si finge di non sapere per non intaccare la credibilità solciale acquisita. Quando impareremo a rispettare il nostro prossimo a prescindere dalle sue attitudini sessuali?

Foto: Google

Antonio P.

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