Matrimonio gay, la parola alla corte costituzionale

Dopo un anno e poco più di esistenza l’associazione radicale Certi Diritti, insieme ad Avvocatura per i diritti LGBT – Rete Lenford, mettono a segno un primo colpo: il matrimonio fra omosessuali diventa materia costituzionale.


Affermazione Civile, la campagna condotta dalle due associazioni, è basata sulla consapevolezza dei propri diritti e su una notevole dose di coscienza politica di alcune coppie di omosessuali.
Grazie alla loro determinazione e all’aiuto di Certi Diritti e Rete Lenford, ha preso corpo un movimento di rivendicazione del diritto al matrimonio che passa attraverso l’iter processuale.

In effetti, pochi di noi aspettavano che in un tempo così breve si potesse arrivare ad investire del tema addirittura la Corte Costituzionale; invece le solide e convincenti argomentazioni del prof. avv. Francesco Bilotta debbono aver convinto la corte del Tribunale di Venezia che in effetti il rifiuto delle pubblicazioni di matrimonio da parte dello stato civile si configura come una probabile materia di rilevanza costituzionale, con preciso riguardo alla disuguaglianza e alla discriminazione.

Il commento di Clara Comelli, presidente dell’associazione radicale Certi Diritti, nell’apprendere la notizia con entusiasmo e fiducia è stato: “Spero che la Consulta accolga la richiesta del Tribunale di Venezia in ossequio al principio di uguaglianza e di non discriminazione sancito dalla nostra Carta fondamentale.
L’associazione continua a rimanere vicino a tutte le coppie che hanno aderito all’iniziativa di Affermazione Civile e si augura che altre se ne aggiungano per rafforzare questa importante battaglia di civiltà”.

Sergio Rovasio, segretario di Certi Diritti, ha dichiarato: “Per noi e per la comunità lesbica, gay, biappeal e trans è un momento storico. Il fatto che un tribunale abbia rinviato alla Consulta la decisione già di per sè è un grande passo avanti. Ci auguriamo che la Corte Costituzionale riconosca la grave discriminazione di cui sono vittime le coppie gay che in Italia desiderano sposarsi”.

Infine, si esprime anche Saveria Ricci, presidente di Rete Lenford: “L’ordinanza del Tribunale di Venezia è una tappa importante della battaglia che Avvocatura per i diritti LGBT – Rete Lenford (www.retelenford.org) sta conducendo per il rispetto delle persone omosessuali nel nostro paese. Crediamo fermamente che escludere le coppie dello stesso seso dalle tutele che discendono dal matrimonio sia contrario alla nostra costituzione e agli impegni che l’Italia ha assunto entrando nell’Unione Europea. Confidiamo che la Corte Costituzionale prenda in considerazione le argomentazioni del Tribunale di Venezia, che brillano per accuratezza e per rigore giuridico”.

A questo punto facciamo dunque un un appello affinché altre coppie di uomini e donne omosessuali si uniscano alla campagna di Affermazione Civile, per dare nuova forza e sostenere questo luminoso esempio di civiltà.

Red

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