Monsignor Facchini: “Il Gay Pride a Bologna si poteva evitare”

Bologna, Gay Pride da Porta Saragozza. Monsignor Fiorenzo Facchini, docente emerito di Antropologia all’Università, già vicario episcopale per l’Università e la Scuola sostiene in merito alla parata finale del Gay Pride: “Porta Saragozza è una scelta che poteva essere evitata”.

I motivi di quest’affermazione sono le possibili polemiche che si pensava appartenessero al passato. Anche se a porta Saragozza c’era la prima sede del Cassero, per il movimento omosessuale quella è un po’ la prima casa, si sta parlando del 1982. Monsignor Facchini si esprime poi riguardo la presenza di un sacerdote, don Luigi Ciotti, e sul fatto che il Comune sostenga e definisca tale manifestazione un’importante momento di promozione turistica e culturale della città: “Francamente, la presenza e l’adesione di cattolici in quanto tali a un raduno di esaltazione delle condizione omosessuale mi rimane poco comprensibile, per non dire infelice e inopportuna, si presta a facili strumentalizzazioni. Chi pensano di rappresentare? Certamente non è richiesta dal rispetto sempre dovuto alle persone in qualunque condizione si riconoscano… Trovo anche questo atteggiamento piuttosto discutibile. Perché, di fatto, così facendo Palazzo d’Accursio accende nuove polemiche, favorisce le divisioni e non l’unità. Anche don Celso Ligabue, parroco della Chiesa di Santa Caterina, vicino al cassero di porta Saragozza, reputa quella del Gay Pride una provocazione imperdonabile”.

Qual’ è il vostro parere in merito a queste dichiarazioni?

Foto|Google

Mila

Change privacy settings