Intervista a Roberto Casalino, l’autore dell’anno

È facilissimo ricadere nella solita melensa retorica amorosa o nel finto patetismo da abbandono. Lui ne sa rifuggire meritandosi l’appellativo di autore dell’anno. Amico e stretto collaboratore di Tiziano Ferro, artefice della Giusy Ferreri obsession e profondo conoscitore degli stati umani: Roberto Casalino.


Su YouTube il popolo di internet urla continuamente al plagio sulle tue collaborazioni con Giusy Ferreri e qui mi riferisco a “Non ti scordar mai di me” e “Novembre”. Ti sei davvero ispirato magari al genere Winehouse?
R: Ispirazione non è sinonimo di plagio. Legalmente si parla di plagio quando la linea melodica di un brano è identica a quella di un altro per 8 battute consecutive; non è plagio se una sequenza di accordi è simile a quella di un’altra canzone. Su una stessa sequenza di accordi si possono scrivere infinite linee melodiche. Per questo ogni accusa di plagio rivolta ai due brani composti per Giusy risulta infondata. E’ naturale che ogni autore, nel momento in cui compone, possa avere dei punti di riferimento, essere influenzato dalla musica che ascolta, dagli artisti che stima. Il timbro vocale di Giusy è stato spesso associato a quello della Winehouse: anche il suo percorso musicale all’interno di X-FACTOR ha avuto una direzione “motown” negli arrangiamenti. Per questo si è proseguiti in quella direzione con il primo singolo. Resta il fatto, però, che Giusy ha una propria personalità, ben definita e marcata.

Dai tuoi testi per Giusy emerge un pessimismo amoroso non cinematografico, totalmente reale. Chi sono le tue ispirazioni?
R: Non parlerei di pessimismo, quanto di naturali riflessioni a seguito di grandi delusioni legate a rapporti interpersonali. Tutto è reale, perché tutto è stato vissuto in prima persona. Scrivere è di vitale importanza per me: mi permette di tirar fuori il dolore e di comprendere meglio quanto è accaduto. Mi ispiro semplicemente alle mie esperienze di vita, a ciò che mi accade intorno. Prendo spunto da ogni minimo particolare, da ogni singola emozione. Musicalmente, invece, stimo diversi artisti della scena musicale italiana: mi piace la Consoli dei primi album, il suo modo di associare le parole e le immagini.

La sofferenza e l’incertezza amorosa sono più creative dell’amore stesso?
R: Si usa dire che un autore scrive meglio quando sta male. E in un certo senso è vero. Personalmente scrivo anche quando sono sereno: mi servo della serenità per andare a scavare nel passato con la giusta distanza emotiva per ritrovare sensazioni, rancori, amarezze che ancora non ho tirato fuori e che necessitano di essere esternate.

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Fai cantare a Giusy “quando l’amore dopo tanti anni muore la verità soccombe”. L’amore è sempre soggetto al decesso?
R: Assolutamente no. Mi piace credere che una storia d’amore possa durare a lungo e magari per tutta la vita.

Com’è nata la relazione artistica con Tiziano Ferro e l’evoluzione da suo corista a collaboratore diretto?
R: Io e Tiziano ci conosciamo da quasi 15 anni. Frequentavamo lo stesso liceo, seppur in sezioni diverse e avevamo in comune la passione per la pallavolo e la musica. Entrambi abbiamo sempre inseguito il nostro sogno e ci siamo sempre detti che il primo che ce l’avrebbe fatta, avrebbe “aiutato” l’altro. E così è stato. Quando lui ha avuto la sua grande possibilità con XDONO, l’album ROSSO RELATIVO e il tour, ha deciso di portarmi con sé in qualità di corista. E’ stata sicuramente un’esperienza indimenticabile e costruttiva, che mi ha permesso di maturare dal punto di vista umano e artistico. Le collaborazioni successive sono sempre frutto di una stima reciproca e di un forte legame d’amicizia.

Non ti ha mai infastidito lavorare a quattro mani con lui che alla fine, essendo più noto, spesso subisce quasi la totalità del merito artistico?
R: Non mi ha mai dato fastidio questo aspetto, anzi ritengo che questo abbia aiutato anche me. E’ chiaro che i diversi media, come i giornali o le televisioni, hanno bisogno di attirare l’attenzione dell’utente citando il nome dell’artista più noto. Devo dire, però, che molti giornalisti sono stati spesso precisi nel riportare le informazioni e mi hanno sempre nominato come l’autore dei brani di Giusy Ferreri.

Nel brano “L’atmosfera” sembra che l’essere consapevoli di chi e cosa ci circonda confonda più dell’incoscienza. È possibile godere dell’atmosfera pur facendo uso del raziocinio?
R: Certo che è possibile. Il brano L’ATMOSFERA inizia sottolineando uno stato di disillusione, il passaggio dalla favola alla realtà. E’ proprio nella realtà che si celano le emozioni di qualsiasi genere, che vanno affrontate e vissute a pieno. Essere consapevoli di quello che viviamo ci permette di capire meglio noi stessi e le persone con cui ci relazioniamo. L’importante è sognare tenendo i piedi ben piantati a terra: sembra un paradosso, ma ti assicuro che non lo è. Soltanto in questo modo si può godere “dell’atmosfera nascosta” (tanto per citare il titolo del mio album).

Antonio P.

Red

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