La comunità omosessuale italiana contro Monsignor Rigon.

La comunità omosessuale italiana è schierata contro le affermazioni di Monsignor Rigon, che richiedono l’intervento di Monsignor Bagnasco.

L’omosessualità si potrebbe curare se presa dall’inizio, perchè il problema dell’omosessualità è indotto, perchè non si nasce omosessuali. Un’omosessualità incancrenita in una persona non è superabile e non c’è matrimonio che possa aiutare. Il problema dell’omosessualità secondo la visione cristiana è di prendere coscienza della propria situazione e avere la capacità di gestirla“, lo afferma Monsignor Paolo Rigon, Vicario Giudiziale del Tribunale Ecclesiastico Regionale Ligure, al termine dell’apertura dell’anno giudiziario.

Immediata la risposta iraconda della comunità omosessuale italiana: “Tra i motivi per cui la Chiesa consente l’annullamento di un matrimonio vi è appunto l´omossessualità. È l’occasione appropriata, questa, per riflettere su un aspetto della questione che concerne l’ipocrisia di quanti magari si sono sposati pur essendo gay, solo per dare un’immagine di sé diversa. Occorrerebbe vivere più liberamente la propria sessualità e non mascherarla! Quindi il concetto di guarigione: è una vecchia storia, purtroppo testimoniata da morti. Si è sempre cercato di guarire l’omosessualità, più recentemente con elettroshock ma anche con l’esorcismo. Lo fecero i nazisti nei campi di concentramento attraverso esperimenti per cui veniva inciso l’addome degli internati per somministrare dosi massicce di testosterone, provocando setticemie mortali. Lo fanno alcuni paesi in cui l’omosessualità è un reato punito con la morte. L’Organizzazione Mondiale della Sanità sostiene che non è l’omosessualità a essere una malattia, bensì l’omofobia. È la violenza la malattia per cui andare dallo psicologo: per fortuna oggi i gay non si sentono malati: è il primo passo verso la ricerca della felicità“, questo l’intervento di Vladimir Luxuria.

Intanto l’Arcigay, l’Arcilesbica Genova e Gaylib Liguria hanno allo studio due esposti, da presentare all’Ordine dei Medici e a quello degli Psicologi: “Gli esposti si riferiranno alle affermazioni, poco chiare, di mons. Rigon, che ha sostenuto che il loro consultorio familiare affronta spesso questo problema ottenendo risultati. Si tratta di affermazioni vaghe che necessitano di verifiche approfondite. Nel caso si trattasse infatti dell´applicazione in un consultorio delle cosiddette Terapie Riparative, si tratterebbe di un caso gravissimo, essendo queste rigettate dalle organizzazioni scientifiche, secondo le quali l’omosessualità è una variante naturale normale e positiva della sessualità umana e tali ‘terapie’ sono dannose per chi le subisce, oltre che prive di ogni risultato“.

Foto|Google

Lo zio Nico

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